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lunedì 14 luglio 2014

Campi Flegrei: La Piscina Mirabilis vuota di tursiti.

Continua il nostro viaggio alla riscoperta dei Campi Flegrei, la terra del "mito" alle porte della città di Partenope. Se la città della sirena Partenope custodisce ancora troppi tesori da svelare al mondo, le vicine terre della Sibilla non sono da meno.
Dopo la riscoperta del Duomo di Pozzuoli si continua a visitare la zona  tra i parchi archeologici di Cuma e di  Baia, compreso quello sommerso di quest'ultima cittadina, ci si ferma sul lago di Miseno a contemplare il magnifico paesaggio. Con un po di fortuna si possono vedere delle indicazioni che segnalano un percorso che porta alla Piscina Mirabilis. Seguire le indicazioni e farsi il percorso salendo scalette e vialetti, mentre si resta affascinati dal paesaggio, pensando al mistero che si cela dietro il nome... Piscina Mirabilis! Arrivare sul posto tra i moderni edifici,  per leggere un cartello che avvisa di chiamare a un numero di cellulare per visitare il tanto curioso sito dal nome misterioso. Si chiama il numero riportato dalla targa posta su una grigia cancellata, ci si accorda con una voce femminile che costudisce le chiavie e  che dopo poco ci raggiunge per aprirci le porte di "un mondo fantastico". Si scende una scala di ferro, la meraviglia aumenta mentre il tempo si ferma, il silenzio e le ombre proiettano l'ignaro visitatore nei fasti passati di questi luoghi... la macchina del tempo esiste! Usciti da questo luogo per ritornare  in una realtà attuale, ci si riconosce in un popolo passato che ha fatto grandi queste terre e no in quello odierno incapace di presentarle al mondo. La magia dei luoghi evidentemente distrae le persone dall'incapacità amministrativa, Locale, Provinciale e Regionale, di organizzare l'area Flegrea in un circuito turistico di richiamo internazionale come avviene per la vicina Isola d'Ischia e costiera Sorrentina. Possibile che le Istituzioni Campane siano così incapaci di non valorizzare questi luoghi e di presentarli al mondo come spesso riescono soltanto a fare nelle cose negative che assillano la nostra bella, ma tanto martoriata Regione? Bisogna forse recarsi a Cuma, cercare la Sibilla e chiederle come mai con tutti questi siti culturali e pasaggistici che la sua terra possiede, non si riesce a fare una forturna in termini turistici come accadrebbe in qualsiasi altra parte del modo?

la piscina Mirabilis è una cisterna Romana di età Augustea, la più grande, conosciuta,  costruita dai Romani. 

Scavata interamente nel tufo si trova a 8 metri sul livello del mare.

Alta 15 metri, lunga 72 e larga 25. Ha una capacità di 12,600 metri cubi d'acqua.

chiusa da un soffitto a con volta a botte, e sorretta da 48 pilastri disposti su 4 file da 12

questo suo particolare aspetto le da anche il nomignolo di "cattedrale sotterranea"



dei lucernai sulla volta, fanno penetrare la luce del sole creando dei bei giochi con le ombre.

il silenzio svela la magia del luogo

La scala di accesso in metallo, presenta anche una pedana meccanica per disabili, tentativi di rendere il luogo visitabile a tutti.

il contributo volontario per la visita del luogo, da modo all'associazione che lo gestisce di provvedere alla manutenzione del sito. Nel frattempo che finisca sotto interesse delle istituzioni, il bene culturale, come la maggior parte delle cose presenti in zona, si mantiene grazie alle associazioni culturali che lavorano sul territorio.


l'Antro della Sibilla, nel parco Archeologico di Cuma, a poca distanza dalla Piscina Mirabilis.

Il panorama che si gode dal parco Archeologico di Cuma. Tra i laghi e il mare si ammirarano anche le isole di Procida e Ischia.


la Piscina Mirabilis vista in un video tratto dal film "Passione" di Jhon Turturro come omaggio alla musica Napoletana.

martedì 1 luglio 2014

Pozzuoli, riapre il Duomo nel Tempio ritrovato.

Nostra visita al Duomo di Pozzuoli, la scorsa settimana, dopo la recente apertura avvenuta lo scorso mese di maggio. La cattedreale risulta ancora cantiere, ma visitabile in tutti i fine settimana. Oltre ai turisti, ha riaperto anche al culto, restituendo una memoria quasi scomparsa agli abitanti della città di Sofia Villani Scicolone, in arte Sophia Loren.
La storia secolare di questa Cattedrale sembra spegnersi assieme a quel  terribile incendio divampato nella notte tra il 16 e 17 maggio 1964 che la distrusse. Le opere d'arte scampate all'incendio furono prontemente portate nei depositi dei musei Napoletani mettendole al sicuro. I primi interventi di restauro nel 1969, si arenarono a causa del fenomeno del bradisimo, che  da sempre interessa tutta la zona Flegrea essendo una grossa area vulcanica. Nel 1970  a causa di questo fenomeno fu sgombrato il Rione Terra. Quel che rimane della chiesa, dopo il doloroso incendio, subisce ulteriori danni. Ancora altri ne vengono provocati dai terremoti del 1980 e 1984. Lo svuotamento del Rione Terra fa cadere nel dimenticatoio  la Cattedrale, oltre a generare nuove zone residenziali "provvissorie" tra le più brutte edilizie che la storia dell'architettura ricordi. I nuovi agglomerati abitativi "provvisori", come da copione di un brutto film,  sono poi diventati definitivi.
In seguito ai terremoti dei primi anni 80,  la chiesa abbandonata, fu anche oggetto di saccheggi e atti vandalici. Si deve aspettare il 1994 per la ripresa dei lavori. Finalmente nel 2003 la Regione Campania, con bando di restauro internazionel vinto dall'architetto Marco Dezzi Bardeschi,  finanzia il restuaro finale del monumento, dove le ceneri della Cattedrale barocca, restituiscono il tempio Romano inglobato nella chiesa. Il risultato finale è stato la restituzione di un Tempio/Duomo, unico, meraviglioso esempio di legame tra due tipi di architetture. Da una parte il tempio Romano ritrovato, e dall'altra la parte di chiesa Barocca sopravvissuta che vedei ricollocati nelle loro sedi d'origine, i dipindi salvati. Dipindi che rendono questa chiesa anche una bella testimonianza del 600 Napoletano in pittura. Infatti le tele risultano essere di artisti Napoletani e Italiani che erano presenti e attivi in quel periodo a Napoli. Si entra nel Duomo, dopo lo stupore di ritrovarsi in un tempio Romano, si passa nella chiesa barocca per restare affascinati da un ciclo di 13 tele, dove ne ammiriamo alcune della pittrice Romana Artemisia Gentileschi. Altre tele ricordano Massimo Stanzione, Giovanni Lanfranco e altri pittori tra cui Agostino Beltrano, marito della pittrice Napoletana Anella de Rosa, sorella del pittore Pacecco del Rosa, allieva di Massimo Stanzione.



si entra dalla parte del Tempio di Augusto


tra i blocchi di marmo bianco si leggono ancora gli elementi architettonici del tempio nella parte prossima alla chiesa barocca.

Mentre nella zona dell'eentrata mancano i blocchi di marmo ma si vedono le colonne con capitello corinzio

Il tutto chiuso con del vetro strutturale

che lascia in vista le originarie architetture.

qui vediamo il tempio nella parte esterna chiusa col vetro...

.... dove si vede la continuità con la parte chiusa in blocchi di marmo.

qui vediamo tutto un lato esterno del tempio. Nella parte iniziale chiusa col vetro, poi con i blocchi di marmo, fino a raggiungere l'abside della chiesa barocca.

ecco quello che resta della chiesa barocca, con le tele rimesse nelle loro sedi d'origine.

nella parte bassa a sinistra si può ammirare una tela della pittrice Romana Artemisia Gentileschi, raffigurante san Procolo (colo vestito rosso), che assieme a san Gennaro è titolare della cattedrale.

presenti anche i pochi marmi scampati a incendi e sciacalli. Mentre l'altare è interamente nuovo, andato totalmente perso quello antico. Anche le tele risultano in ottimo stato di conservazione, probabilmente restaurate prima di essere riposizionate nella loro antica sede.
Artemisia Gentileschi: San Gennaro nell'anfiteatro di Pozzuoli










Via Egiziaca a Forcella, fine cantiere.


Lavori giunti al termine ache per qesto cantiere presente in una traversa del Corso Umberto. Cantiere per la realizzazione di una camera di ventilazione a servizio per linea1 della metropolitana, il settimo terminato di otto pozzi sulla tratta Dante/Garibaldi. Manca ancora quello di via Marotta, altra traversa del Corso Umberto, che pur  trovandosi in stato avanzato di lavori, risulta  in ritardo per via delle emergenze archeologiche.
Il pozzo di via Egiziaca a Forcella, anche questo interessato a ritrovamenti archeologici, per la sua realizzazione ha dovuto sottrarre parte della corsia veicolare del Corso Umberto, provoncado un imbuto al traffico e quindi disagi per gli automobilisti.
A Lavori finiti, si è provveduto a ripristinare lo stato dei luoghi, con l'arredo urbano precedente e sistemazione dell'antico basolato vesuviano sulla corsia per le auto. Inotre sono stati ripristinati i cubetti di porfido presenti sui marciapiedi e attraversamenti del corso Umberto e posati dei nuovi dissuasori. Si spera con la totale chiusura del cantiere, anche per questa strada, qualche fioriera, panchina e dei cestini per i rifiuti, elementi presenti negli interventi realizzati a seguito dei lavori che hannio interessato gli altri pozzi di ventilazione.

realizzata anche a segnaletica orizzontale

il tipo di lasta usata è presente anche nel resto della strada non interessata dai lavori per il pozzo di ventilazione


la grata che ricopre il pozzo di ventilazione, con ancora i lavori in corso.

Rimessi i cubetti di porfido presenti sul corso Umberto.

stacco tra la pietra usata per il marciapiede e l'antico basolato vesuviano risistemato sulla corsia veicolare.  Questo il tipo di dissuasore usato.